Probabilmente non serve più presentare un musicista così importante e conosciuto quale Paolo Fresu.
Onnivoro in tutti i sensi e aperto a 360° verso tutto ciò che è arte e cultura, il trombettista sardo vanta un curriculum sorprendente, capace di avvicinarlo ai pochi globe-trotter culturali che hanno fatto del viaggio e di mille esperienze diverse la loro ragione d’essere primaria. Dai tempi della banda musicale del suo piccolo paese sardo ai grandi premi e riconoscimenti internazionali conquistati, dalle Lauree Honoris Causa dell’Università Bicocca di Milano e della Berklee School of Music americana alla oggi ex-presidenza della Federazione del Jazz italiano, dall’impegno sempre solidale ad ampio spettro nel mondo dello spettacolo ai cinquecento dischi incisi lungo una carriera che ha ormai superato i quarant’anni, Paolo è ormai davvero diventato un importante e riconosciuto personaggio stimato in vari ambiti della vita pubblica e sociale del nostro paese.
Protagonista dei più importanti festival del pianeta e collaboratore di grandissimi nomi dell’entourage del jazz moderno, ha dalla sua un impegno implacabile e stakanovista. Basterebbe citare i lunghi anni di direzione del suo festival Time in Jazz che ogni estate richiama migliaia di appassionati in Sardegna o la sua etichetta Tǔk Music, fiore all’occhiello delle migliori esemplificazioni di gestione di un’impresa davvero culturale capace di dare voce a decine di nuovi protagonisti del jazz moderno. Se a questo si aggiungono la lunga attività didattica, le tante sue escursioni nei campi della musica classica, dell’arte pura, del cinema, della televisione, della danza, del teatro e il suo riconosciuto vasto impegno sociale, il cerchio di una davvero rara, intelligente, coerente e cristallina personalità è presto delineato.