I Centri Antiviolenza sono spazi autonomi di donne il cui obiettivo principale è attivare processi di trasformazione culturale e intervenire sulle dinamiche strutturali da cui origina la violenza maschile sulle donne. In quest’ottica sono strutture che accolgono – a titolo gratuito – le donne di tutte le età ed i loro figli e figlie minorenni, che hanno subito violenza o che si trovano esposte alla minaccia di ogni forma di violenza, indipendentemente dal luogo di residenza, sostengono i singoli percorsi di fuoriuscita dalla violenza, intervengono sulla formazione e la prevenzione sensibilizzando il territorio e strutturando reti.
La competenza specifica e l’esperienza di chi gestisce i Centri Antiviolenza sono elementi centrali per la qualità dei servizi offerti alle donne che non può prescindere dal superamento di un approccio neutro incapace di riconoscere che la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena cittadinanza.
Riconoscere la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere, vuol dire riconoscere che quello che accade a livello interpersonale e prevalentemente all’interno delle mura domestiche, ha un significato che va al di là della singola donna e si inserisce all’interno di un contesto collettivo che in qualche modo rende possibile che esista la violenza sulle donne, la legittima e la riproduce. Assumere questa prospettiva, che è quella promossa attualmente dal sistema normativo, comporta non solo l’impegno a trasformare la struttura economica, simbolica- culturale e sociale, ma anche l’adozione di una metodologia di lavoro ben specifica ed in grado di rispondere ai molteplici bisogni delle donne: la metodologia dell’accoglienza, sviluppata nel corso degli anni e validata da tutte le principali organizzazioni internazionali che si sono occupate d’intervento e di standard di qualità nell’aiuto offerto alle donne che subiscono violenza.
Essa si basa sulla relazione tra donne, sull’ empowerment, la conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, sia nell’ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale, sul rinforzo delle risorse interne e dell’autostima fortemente compromessa dalla cronicità della violenza e, implica il superamento di approcci tecnici standardizzati e aprioristici, a favore di una operatività che parte dal dare credito al racconto della donna e dalla fiducia costruita nella relazione.
Per questo i Centri Antiviolenza devono avvalersi esclusivamente di operatrici con una formazione politica e tecnica specifica, indipendentemente dal profilo professionale posseduto, sia esso in area giuridica, sociale, educativa, psicologica o altro ed in possesso di competenze adeguate all’analisi della domanda, alla valutazione del rischio, all’accompagnamento nei percorsi di uscita dalla violenza e/o quanto altro necessario per le attività del Centro (formazione, prevenzione e sensibilizzazione; lavoro di rete). Nei centri non si applicano mai le tecniche di mediazione familiare e non si consente l’accesso agli autori della violenza e dei maltrattamenti per i quali vanno previsti percorsi attivati in spazi differenti e con differenti equipe.
A tutte le donne, indipendentemente dalla loro provenienza, cultura o religione:
Molti Centri garantiscono inoltre, anche con l’aiuto di mediatrici culturali specificamente formate, interventi per le donne migranti e richiedenti asilo, per le donne vittime di sfruttamento sessuale e tratta, intervengono nei casi di matrimoni forzati, MGF.
I Centri, ove previste risorse economiche congrue per la sostenibilità e per la copertura dei costi delle operatrici, garantiscono un’apertura di almeno 5 giorni alla settimana, ivi compresi i giorni festivi, un numero di telefono dedicato attivo 24h su 24 con segreteria telefonica per le informazioni e il collegamento al 1522 per gli interventi H24 o, nel caso siano previste risorse economiche adeguate nella programmazione locale o con interventi specifici, la reperibilità H24 di un’operatrice per il collegamento coi servizi di emergenza. Le strutture destinate a sede operativa dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio oltre ad essere dotate dei requisiti di abitabilità previsti dalle normative nazionali e regionali dispongono di locali idonei a garantire le diverse attività nel rispetto della privacy.
I Centri da sempre elaborano e sperimentano interventi di prevenzione e sensibilizzazione culturale, promuovono percorsi di sensibilizzazione e formazione per gli operatori sociali, sanitari, di giustizia e delle forze dell’ordine, intervengono attivamente per il cambiamento della cultura e la decostruzione degli stereotipi che ancora condizionano pesantemente le opportunità di vita delle donne e determinano le condizioni convenzioni sociali che vittimizzano le donne. Sono “laboratori sociali” in cui si sperimentano progettazioni virtuose e si promuovono reti territoriali a partire dal lavoro di accoglienza e dai percorsi di sostegno posti in campo con tutti gli attori coinvolti per rispondere ai bisogni della donna e dei suoi figli e figlie se presenti
Obiettivi
Azioni dei Centri Antiviolenza
La Fondazione ha tra i suoi obiettivi prioritari il sostegno ai Centri Antiviolenza attraverso l’erogazione di risorse, saperi e relazioni
Non si propone come una nuova rete di Centri ma come un’organizzazione che dialoga con tutte le realtà già attive nella garanzia dell’indipendenza di tutte e valorizzandone la storia. La Fondazione si offre come uno spazio nazionale di dialogo, inclusivo e aperto per superare le frammentazioni politiche e convogliare tutte le energie per obiettivi comuni.
Amplifichiamo la voce dei Centri Antiviolenza;
I Centri Antiviolenza da sempre lavorano con un’ottica di genere, avendo sempre presente le connessioni tra discriminazione, mancanza di potere e di cittadinanza piena con la violenza come chiaramente definito nel preambolo della Convenzione di Istanbul:
“La violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione”.
“La violenza contro le donne è strutturale, perché basata sul genere, ed è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.
Convenzione di Istanbul, 2011